giovedì 27 marzo 2014

Giornata Mondiale del Teatro

Oggi 27 Marzo è la Giornata Mondiale del Teatro.
Questa giornata è stata creata per la prima volta a Vienna nel 1961.




Dal 27 Marzo 1962 la Giornata Mondiale del Teatro è celebrata in circa 100 paesi del mondo, organizzata dall'Istituto Internazionale del Teatro.
L'Istituto Internazionale del Teatro (creato nel 1948 dall'U.N.E.S.C.O. e da varie personalità che lavorano in ambito teatrale), è la più importante organizzazione internazionale nel campo delle arti della scena.

L'I.T.I. cerca "di incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione ed allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l'opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell'amicizia tra i popoli, associarsi alla difesa degli ideali e degli scopi definiti dall'U.N.E.S.C.O.".

Ogni anno, dal 1962, una personalità viene chiamata a scrivere “il messaggio internazionale” per questa celebrazione, in modo da condividere le proprie riflessioni e i propri pensieri sul tema del Teatro e della Pace tra i popoli.

Quest’anno il “messaggio internazionale” è stato scritto da Brett Bailey (drammaturgo, disegnatore, regista teatrale, organizzatore di festival; le sue opere sono state rappresentate in Europa, Africa, Australia).

Questo è il messaggio:

“Ovunque ci sia una società umana, lo spirito irrefrenabile del teatro si manifesta.
Sotto gli alberi nei piccoli villaggi, sui palchi tecnologicamente avanzati, nelle metropoli internazionali; nelle palestre scolastiche, nei campi e nei templi; nelle baraccopoli, nelle piazze, nei centri di quartiere e negli scantinati del centro città, le persone sono portate a condividere gli effimeri mondi del teatro che noi creiamo per esprimere la nostra complessità umana, la nostra diversità e la nostra vulnerabilità, con il corpo, il respiro e la voce .
Ci riuniamo per piangere per ricordare, per ridere e per contemplare; per imparare, affermare ed immaginare. Per meravigliarsi della destrezza tecnica e per incarnare gli dèi. Per afferrare il nostro respiro collettivo e la nostra abilità nel produrre la bellezza, la compassione e la mostruosità. Veniamo per caricarci di energia ed essere più forti. Per celebrare la ricchezza delle nostre diverse culture e per far dissolvere i confini che ci dividono.
Ovunque ci sia la società umana, lo spirito irrefrenabile del teatro si manifesta.
Nato dalla gente, indossa le maschere e i costumi delle nostre diverse tradizioni. Sfruttando le nostre lingue, i ritmi ed i gesti, il teatro libera uno spazio in mezzo a noi.
E noi, gli artisti che lavorano con questo antico spirito, ci sentiamo obbligati a canalizzarlo attraverso i nostri cuori, le nostre idee e i nostri corpi, per rivelare le nostre realtà in tutta la loro mondanità e scintillante mistero.
Ma, in questa epoca in cui tanti milioni di persone stanno lottando per sopravvivere, stanno soffrendo sotto regimi oppressivi ed un capitalismo predatorio, sono in fuga dai conflitti e dal disagio; un’epoca in cui il nostro diritto alla riservatezza è invaso dai servizi segreti e le nostre parole sono censurate da governi invadenti, in cui le foreste vengono distrutte, le specie animali sterminate e gli oceani avvelenati: cosa ci sentiamo in dovere di rivelare?
In questo mondo dove il potere è distribuito in modo diseguale, in cui vari ordini egemonici cercano di convincerci che una nazione, una razza, un genere, un orientamento sessuale, una religione, una ideologia, una cornice culturale è superiore a tutte le altre, è davvero difendibile insistere sul fatto che le arti devono essere staccate dai programmi sociali?
Noi, gli artisti delle arene e dei palcoscenici, ci stiamo conformando alle sterilizzanti richieste del mercato o stiamo prendendo il potere che abbiamo per aprire uno spazio nei cuori e nelle menti della società, per riunire le persone attorno a noi, per ispirare, incantare, informare, e creare un mondo di speranza e di sincera collaborazione?”.




 

giovedì 20 marzo 2014

Primavera

Finalmente è Primavera!


"Respiriamo l'aria
e viviamo aspettando primavera,
siamo come i fiori prima
di vedere il sole a primavera, 
ci sentiamo prigioniere della nostra età
con i cuori in catene di felicità,
sì, respiriamo nuovi amori
aspettando che sia primavera"
(Marina Rei)







"Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera"
(Pablo Neruda)




"Dall'Inverno alla Primavera"

Quando l’inverno muore lentamente nella primavera,
nelle sere di quei bei giorni limpidi,
lieti, senza vento,
su cui si tengono spalancate
per le prime volte le finestre
e si portano sulle terrazze i vasi dei fiori,
le città offrono uno spettacolo gentile
e pieno d’allegrezza e di poesia.
A passeggiare per le vie si sente,
di tratto in tratto, sul viso,
un’ondata d’aria tiepida, odorosa.
Di che? di quali fiori? di quali erbe?
Chi lo sa!
(Edmondo De Amicis)





La Primavera di Botticelli