venerdì 16 agosto 2013

“Summer Christmas”


Ferragosto è un po’ come il “Natale dell’Estate”: ci si ritrova fra parenti e amici per passare la giornata, che sia al mare, in campagna o in montagna, la giornata diventa conviviale, si mandano perfino gli auguri, ci si telefona, si danno mance ai bagnini, o regalini ai clienti da parte dei titolari degli stabilimenti balneari, si celebrano feste paesane con giochi e musica, nelle zone balneari è tipico il gavettone di Ferragosto.

La parola Ferragosto, deriva dal latino feriae Augusti che significa giorni di festa e riposo dell’Imperatore Augusto. Si tratta, infatti, di una festività istituita dall’Imperatore Augusto nel 18 a.C. per celebrare i raccolti della terra e la fine dei più importanti lavori legati all’agricoltura, con lo scopo di godere di un periodo di meritato riposo, dopo le fatiche precedenti. Questo periodo di riposo in realtà iniziava il 1° di agosto, ma con il cristianesimo fu spostato al 15 agosto, giorno in cui si celebra l’Assunzione di Maria.

Voi come avete passato il Ferragosto?
Io sia al mare che in campagna, con familiari prima e amici dopo.
C’è anche chi il Ferragosto l’ha passato a lavorare, perché non tutto si può fermare...

Vi dedico una poesia un po’ malinconica:

Un bambino al mare

Conosco un bambino così povero
Che non ha mai veduto il mare:
A Ferragosto lo vado a prendere
In treno a Ostia lo voglio portare.
“Ecco, guarda” gli dirò,
“questo è il mare, pigliane un po’!”
Col suo secchiello, fra tanta gente,
Potrà rubarne poco o niente:
Ma con gli occhi che sbarrerà,
Il mare intero si prenderà.

(da “Filastrocche in cielo e in terra” di Gianni Rodari)

E siccome oggi 16 agosto è San Rocco, santo patrono di Rio Marina all’Elba, vi saluto con il detto popolare del paese: “Dopo San Rocco, il cocomero si dà al porco”, che significa che dopo il 16, il cocomero non è più così saporito e diventa cibo da dare ai maiali.


Buone feriae Augusti!

martedì 6 agosto 2013

Non è mai troppo tardi…scacco al re!


Durante la settimana scorsa, siccome ero in ferie, ho trascorso un po’ di tempo al mare con i miei genitori.
In ferie si sa, ci si prende un po’ più di tempo anche per fare cose, che di solito non si ha il tempo di fare durante il resto dell’anno.

Per quanto mi riguarda, da tanti anni avrei voluto imparare a giocare a scacchi, dal momento che sia il mio babbo che mio fratello hanno sempre giocato fra loro; io ero solo osservatrice, mai giocatrice e a dire il vero, mi sembrava un gioco troppo cervellotico, seppur affascinante. Mi sono sempre detta che prima o poi avrei imparato.

Quest’anno è giunto il momento: a 44 anni suonati, ho deciso di imparare. Così, ho trascorso due pomeriggi a giocare con il mio babbo, dopo essermi fatta spiegare le regole di base. Ovviamente non diventerò mai Kasparov e nemmeno mi interessa, ma ho la soddisfazione di aver almeno capito come funziona. Prima, sapevo solo che il “cavallo” si muove ad “L” e niente più…ora posso dire di poter sostenere una partita. 

Effettivamente tutti i pezzi degli scacchi hanno un compito ben preciso e il loro modo di muoversi sulla scacchiera, ma la cosa più bella che ho capito da questo gioco, è che bisogna aprire la mente, allargare la visuale e cercare di capire come si muoverà l’avversario per tentare di non essere sconfitti o attaccati. Certo non è semplice per niente, soprattutto per una principiante come me (per la cronaca ho perso tutte e due le volte che ho giocato), ma alcune soddisfazioni me le sono prese anch’io: sono riuscita a “mangiarmi” la regina avversaria, anche se poi il mio babbo è riuscito a riconquistarsela.

Non è mai troppo tardi per imparare a fare qualcosa, ma soprattutto non è mai troppo tardi per passare il tempo con le persone care.