sabato 29 dicembre 2012

"Caro amico ti scrivo..."


 
Ci stiamo avvicinando alla fine dell'anno, vorrei fare gli auguri a tutti di un Buon 2013, dedicandovi una bellissima canzone di Lucio Dalla, il cantautore e poeta che ha lasciato troppo presto questo mondo...
Trovo che il testo sia di una attualità impressionante, nonostante sia del 1979.
Credo ci sia poco da aggiungere, se non augurare di cuore, che l'anno nuovo porti a tutti il cambiamento che stiamo aspettando...ognuno, dentro di se, sa quale è.

...rispetterete le tradizioni "scaramantiche" di capodanno?
...io un po' di lenticchie le mangerò e mi metterò qualcosa di rosso...e voi?

Quindi, non mi resta che lasciarvi al testo della canzone:

"L'anno che verrà"

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c'è una grossa novità,
l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.

Si esce poco la sera compreso quando è festa
e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,
e si sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire
del tempo ne rimane.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.

Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.

E si farà l'amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.

Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra,
per continuare a sperare.

E se quest'anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch'io.

L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando è questa la novità.



Buon Anno a tutti, con tanto affetto!

giovedì 13 dicembre 2012

Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia



Santa Lucia da Siracusa nacque nel 283 e morì martire, durante le persecuzioni di Diocleziano, il 13 dicembre 304.
Si ricorda proprio il 13 dicembre, vicino al solstizio d’inverno e proprio per questo motivo esiste il detto: “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”.
E’ considerata la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini.

In Svezia in particolare, Santa Lucia è molto venerata e la tradizione vuole che sia celebrata con una processione dove la santa è rappresentata da una ragazza vestita di bianco con una cintura rossa, porta in testa una corona di candeline e dona i dolcetti ai bambini.

Ecco una ricetta per i biscotti di Santa Lucia:

Ingredienti:
380 g di farina
130 g di zucchero (meglio se a velo)
1 uovo e 1 tuorlo
200 g di burro freddo
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Procedimento:
Impastare bene tutti gli ingredienti, aiutandosi con la spatola.
Lavorare poco l’impasto, formare una palla e metterlo a riposare in frigo avvolto nella pellicola, per una ventina di minuti. Dopo spianare con il matterello ad un’altezza di circa di mezzo centimetro, ritagliare i biscotti con le formine a piacere, infornare a 180° su carta forno per circa 8/ 10 minuti. Sfornare e spolverare con lo zucchero a velo.

E per finire, una poesia:
Santa Lucia

M’ha detto che quest’oggi
la giornata sarà breve,
che magari farà brutto,
ci sarà pure la neve.
E’ per questo che al balcone
hanno messo una candela
per far luce nella sera
e per farla meno nera.
Così quando sarà notte,
la più lunga che ci sia,
se sarà davvero bravo
passerà Santa Lucia.

(testo di Michele Ottone)

giovedì 6 dicembre 2012

Natale "ubriaco"


Nel periodo natalizio, i dolci tipici più conosciuti sono il pandoro, il panettone, il torrone, i ricciarelli.
All'Elba c'è un dolce tipico che vien fatto soprattutto durante le feste di natale ed è "la schiaccia briaca".
Il nome (letteralmente "ubriaca") è legato al fatto che vengono utilizzati più vini liquorosi nell’impasto.

La "schiaccia briaca" originariamente era il dolce che i marinai portavano con sé quando uscivano a pesca per vari giorni; grazie ai suoi ingredienti infatti si conservava molto bene, per lunghi periodi.

Nelle panetterie e pasticcerie dell'Elba, questo dolce si trova ormai tutto l'anno, ma a natale viene rispettata la tradizione di prepararlo in casa. Quindi per chi si volesse cimentare in questa impresa, ecco la ricetta.

Schiaccia briaca

Ingredienti:
1 kg di farina
500 gr di zucchero
150 gr di noci
150 gr di pinoli
150 gr di mandorle
100 gr di nocciole
150 gr di uvetta
200 ml di olio
1 bicchiere di liquore alchermes
1 bicchiere di vino aleatico

Preparazione:
Fare la fontana con la farina, unire tutta la frutta secca triturata grossolanamente, e l'uvetta precedentemente ammollata. Impastare bagnando con l'aleatico, l'olio e l'alchermes, fino ad ottenere un impasto omogeneo e abbastanza morbido. Dividere l'impasto in tre parti. Ungere tre teglie rotonde, foderare il fondo con la carta oleata e versare l'impasto. Aggiungere qualche altro pinolo sulla superficie, spolverare con zucchero semolato, spruzzare con l'alchermes misto a un po' di olio e mettere in forno a 180° per 45 minuti circa. Sfornare e lasciare raffreddare. E' un dolce che si conserva per diversi giorni. 

Quali sono i vostri dolci natalizi preferiti?

mercoledì 21 novembre 2012

25 novembre: “Las Mariposas”



Il 25 novembre è stato proclamato dall’ONU Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in ricordo del 25 novembre 1960, data in cui furono uccise le sorelle Mirabal.

Le sorelle Mirabal furono donne rivoluzionarie che combatterono con forte impegno, con il nome di battaglia “Las Mariposas” (Le Farfalle) il regime di dittatura nella Repubblica Dominicana, governata dal dittatore Trujillo che tenne per 30 anni il paese nel sottosviluppo e nel disordine; nella loro battaglia lottarono per ottenere la libertà e il rispetto dei diritti delle donne dominicane.

Il 25 novembre 1960, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in carcere, le sorelle Mirabal vennero prese in un’imboscata: furono bloccate sulla strada da agenti del servizio segreto militare; furono portate in un luogo appartato nelle vicinanze, furono torturate, massacrate e strangolate, e poi, per simulare un incidente, furono gettate in un precipizio a bordo della loro auto.

L’assassinio delle tre sorelle risvegliò la popolazione dominicana che si indignò e che portò avanti la battaglia fino alla fine della dittatura, durata circa 30 anni, con l’uccisione del dittatore Trujillo nel 1961.

In omaggio e in ricordo delle tre sorelle (Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa) sia in Italia che in molte altre parti del mondo, vengono organizzate iniziative per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme.

La vita di queste tre sorelle è stata narrata dalla scrittrice dominicana Julia Alvarez nel romanzo Il tempo delle farfalle (1994), da cui poi è stato tratto il film di Mariano Barroso nel 2004, intitolato In The time of Butterflies, con Salma Hayek.

Basta violenza sulle donne!
Basta violenza in genere!

"NI UNA MAS!" (Non una di più!)

martedì 13 novembre 2012

“O mangi questa minestra…”


Ve lo ricordate il proverbio “O mangi questa minestra, o salti la finestra?”
Beh…decisamente preferisco mangiare “questa minestra”, anche perché in questo periodo, con la verdura di stagione che c’è, le minestre vengono proprio buone.
Al posto del solito “minestrone” che tutti conosciamo, ecco altre minestre alternative per poter utilizzare la verdura di questo periodo; da mangiare sole o con l’aggiunta di crostini di pane.

Minestra alternativa # 1 #

Ingredienti:
1 kg di zucca
1 cipolla
1 porro
1 carota
2 patate
sale q.b.
pepe q.b.

Preparazione:
Pulire le verdure e tagliarle a pezzetti. Mettere a soffriggere la cipolla e il porro. Dopo qualche minuto aggiungere la zucca, la carota e le patate. Aggiungere 1 litro di acqua circa (la parte liquida non deve essere molta), mettere un po’ di sale e far cuocere per 40 minuti dal momento dell’ebollizione. A cottura ultimata passare il tutto con il minipimer. Servire nei piatti, aggiungere una spruzzata di pepe e un filo di olio a crudo.

Minestra alternativa # 2 #

Ingredienti:
1 cavolfiore
1 broccolo
1 cipolla
1 porro
2 patate
2 carote
sale q.b.
pepe q.b.

Preparazione:
Pulire cipolla, porro, patate e carote tagliandole a pezzetti; il cavolfiore e il broccolo suddividerli in cime. Mettere le verdure tutte insieme dentro la pentola. Aggiungere 1 litro e un po’ di acqua circa (la parte liquida non deve essere molta), mettere un po’ di sale e far cuocere per 40 minuti dal momento dell’ebollizione. A cottura ultimata passare il tutto con il minipimer. Servire nei piatti, aggiungere una spruzzata di pepe e un filo di olio a crudo.

Curiosità:
L’etimologia della parola “minestra” (italiano antico “menestra”) deriva dal latino “ministrare” che significa servire, porgere, versare i cibi a tavola. Oggi ha il significato di cibo cotto in brodo o in acqua saporita che si serve al principio del pranzo.

mercoledì 31 ottobre 2012

Dolcetto o scherzetto?



Halloween è una festa popolare che si celebra la sera del 31 ottobre.
Il suo nome deriva dall’espressione inglese “All Hallows Eve”, che significa “Vigilia di Tutti i Santi”, che si celebra il 1º novembre.

Quando ero più piccola, qui in Italia Halloween non esisteva o meglio, non era una festa celebrata… mi ricordo però che in questo periodo nelle pasticcerie si trovavano i fruttini di marzapane, dette anche “fave dei morti”, ma credo che si trovino ancora.

Siccome fare i fruttini di marzapane mi sembra un po’ difficile, ecco una ricetta di biscotti alla zucca un po’ più semplice.

Biscotti alla zucca:
300 gr di farina;
125 gr di zucchero di canna;
125 gr di burro;
150 gr di zucca
1 uovo;
scorza di un limone grattugiato;
un pizzico di sale;
3 cucchiaini di lievito per dolci;
1 cucchiaino di cannella

Lessare la zucca, poi schiacciarla con la forchetta e lasciarla raffreddare. Mescolare bene il burro con lo zucchero, poi aggiungere l'uovo, un pizzico di sale, la scorza del limone grattugiato, la cannella e il lievito per dolci. Aggiungere la zucca schiacciata e mescolare bene. Poi aggiungere la farina un po' alla volta e impastare bene fino a quando la pasta non sarà morbida e liscia. Formare una palla con la pasta e coprirla con la pellicola. Lasciarla riposare per una mezz'ora in frigorifero. Stendere la pasta frolla con il mattarello e ritagliarla con gli stampini da biscotti. Mettere i biscotti sulla teglia con della carta forno e infornare a 180° per 15-20 minuti circa.

E visto che domani è il giorno di Tutti i Santi, tanti auguri a tutti per l’onomastico!

venerdì 26 ottobre 2012

Un'ora indietro...dormo di più


Nella notte tra sabato 27 e domenica 28, tornerà l'ora solare, infatti le lancette dell'orologio dovranno essere spostate indietro di 1 ora (dalle 03.00 alle 02.00).
Mi viene già la tristezza a pensare che le giornate saranno cortissime e si farà buio molto presto; la mattina quando mi alzerò sarà ancora buio...l'unica consolazione è che dormirò un'ora di più...consolazione che proverò solo domenica mattina...poi, nei giorni a seguire tornerà tutto normale a livello di sonno...una volta cambiata l'ora, se dormi 7 ore, 7 ore restano.
Se potessi scegliere, lascerei l'ora legale tutto l'anno.

Il giorno dopo il cambio dell'ora, da legale a solare, di solito è una giornata un po' strana...possibilmente non carico la sveglia per alzarmi...me la prendo con calma...e poi passo gran parte del giorno a dire...ora sarebbero le 6 e invece sono le 5...ora sarebbero le 7 e invece sono le 6 e così via...mi sembra una giornata molto lunga.
Dovremmo aspettare la fine di marzo 2013 per ritornare all'ora legale.

Siete fra quelli che si sveglieranno alle 3 di notte, per spostare indietro di 1 ora le lancette?
Oppure lo fate direttamente prima di addormentarvi?
Io sono fra quelli che vanno a letto e poi cambiano l'ora il giorno dopo.

mercoledì 17 ottobre 2012

La pausa pranzo alternativa: il "Lunch Beat"



Altro che piatto di pastasciutta al pomodoro…la pausa pranzo diventa “svedese” e si trasforma in evento danzante.

L’idea del “Lunch Beat” è stata lanciata per la prima volta in Svezia nel giugno 2010 da un’impiegata di un’azienda a Stoccolma (una certa Molly Ränge) che, durante l’ora della pausa pranzo, organizzò in un garage aziendale una piccola festicciola con cibo e musica, al quale parteciparono 14 persone. Lo spunto di quest’idea è stato quello di unire la passione del ballo con quella del lavoro, conciliandole nell’ora della pausa pranzo, per trovare un modo di rilassarsi e staccare dal lavoro in modo divertente.

Da quel momento il “Lunch Beat” si diffuse in altre città svedesi, arrivando anche in altre capitali europee come Parigi.

Perché la pausa pranzo possa essere chiamata “Lunch Beat” deve seguire delle regole.
Ecco le 10 regole:

1) Se è il tuo primo “Lunch Beat”, devi ballare.
2) Se è il tuo secondo, terzo, quarto “Lunch Beat”, devi ballare.
3) Se sei troppo stanco per ballare al “Lunch Beat”, ti consigliamo la pausa pranzo da un’altra parte.
4) Vietato parlare di lavoro durante il “Lunch Beat”.
5) Al “Lunch Beat” chiunque può essere partner di ballo.
6) Ogni “Lunch Beat” non dura più di 60 minuti, durante la pausa pranzo.
7) In ogni “Lunch Beat” c’è un DJ set.
8) L’acqua è gratis.
9) Il “Lunch Beat” si svolge in un ambiente “drug free”, quindi niente alcool.
10) Chiunque può creare un evento “Lunch Beat” in qualsiasi luogo, rispettando il manifesto e la natura no-profit dell’iniziativa.

Sembra che chi ha avuto l’opportunità di partecipare a questo evento, sia ritornato al lavoro più rilassato e sereno, affrontando il resto della giornata lavorativa con più energia, perché ha scaricato lo stress, ha staccato completamente dal lavoro e ha socializzato con le altre persone.

Ora, premettendo che a me piace molto ballare, farlo durante l’ora della pausa pranzo non mi sembra proprio l’ideale…penso semplicemente al fatto che quando balliamo ci muoviamo parecchio e inevitabilmente sudiamo un po’… io non mi sentirei proprio a mio agio a ritornare in ufficio sudaticcia, fra le mie scartoffie di lavoro…preferirei farmi una doccia prima, ma ovviamente questo non sarebbe possibile. Parteciperei una volta, solo per curiosità, non per altro…e probabilmente prenderei un permesso per il pomeriggio, per quanto detto sopra.

Quindi, anche se il “Lunch Beat” sembra un evento che potrebbe avere il “suo” successo, mi sa che io continuerò a fare la mia pausa pranzo tradizionale, o a casa con i piedi sotto al tavolino, o mangiando un panino di fronte al mare godendomi il panorama, senza vedere gli stessi visi che vedo per 8 ore.

Se voglio ballare…andrò a ballare, ma non per 1 ora soltanto con l’ansia di ritornare in ufficio all’ora esatta. Una volta che vado, lo farò “all night long”!

E voi che ne pensate? Cosa fate normalmente durante la pausa pranzo? …oltre a mangiare, impiegate il tempo anche in altro modo, tipo: fate sport, leggete, camminate, fate la spesa etc. Raccontate.

venerdì 12 ottobre 2012

Campagna Nastro Rosa


Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno. La LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) ed Estée Lauder Companies, sono ancora una volta in prima linea per questo importante appuntamento.
L’anno scorso, grazie a questa iniziativa, ho prenotato una visita senologica gratis. Le volontarie dell’associazione mi hanno detto: “diffondi la notizia a più donne possibili perché è molto importante per le donne fare questo tipo di prevenzione”.
L’anno scorso mandai un’e-mail a tutte le mie amiche, quest’anno voglio scriverlo anche sul blog.

Tramite la Campagna Nastro Rosa, giunta quest’anno alla XIX edizione, possiamo effettuare delle visite senologiche gratuite nei centri ambulatoriali LILT (ben 395) che si trovano sparsi su tutto il territorio nazionale, previo appuntamento. Lo “sforzo” più grande da fare secondo me, è prendere il telefono, fare il numero e fissare l’appuntamento…una volta fatto questo, è tutto in discesa.

A Pisa l’ambulatorio LILT si trova in:
Via Tino di Camaino n.13
telefono: 050-830684
e-mail: legatumoripisa@virgilio.it.

Per le altre città, basta consultare il sito web della LILT.

Per maggiori informazioni:
http://www.lilt.it/
http://www.nastrorosa.it/
numero verde SOS LILT: 800-998877

Pensiamo "in rosa" vogliamoci bene e facciamo questa telefonata…



giovedì 11 ottobre 2012

11 Ottobre: Giornata Mondiale delle Bambine



L’ONU ha proclamato l’11 Ottobre Giornata Mondiale delle Bambine.

L’organizzazione Terre des Hommes ha iniziato una campagna di tre anni, per proteggere le bambine dalla violenza e garantire salute e istruzione, come già sta facendo da 50 anni per i bambini di tutto il mondo. La campagna si chiama Indifesa.
Riporto quanto scritto sul sito web di Terre des Hommes riguardo a questa iniziativa:

LE BAMBINE E IL TEMA DELLA DIVERSITA’ DI GENERE

Le bambine nel mondo continuano a essere vittime silenziose e invisibili di violenza, abusi e traffico. La costante violazione dei loro diritti e le discriminazioni di ogni tipo hanno come conseguenza, un minore accesso delle bambine all’istruzione, al nutrimento, all’assistenza sanitaria e le sottopone a forme di sfruttamento culturale, sessuale, economico e sociale.

Alcuni dati:
-Nel mondo sono 40 milioni i bambini vittime di abuso; 1 bambina su 4 ed un bambino su 9 sono stati sessualmente abusati prima dei 18 anni.
-Più di 60 milioni di ragazze al mondo sono “spose bambine”, principalmente in Asia Meridionale (31,1 milioni) e nell’Africa Subsahariana (14,1 milioni).
-Sono 77 milioni i bambini che nel mondo non hanno accesso all’educazione primaria, di questi il 57% è femmina. Una bambina su 5 non termina gli studi primari e nei paesi in guerra la percentuale sale talora sino al 92%.

Obiettivi:
Attraverso “indifesa” Terre des Hommes si propone di:

-Sensibilizzare il grande pubblico e le istituzioni italiane sul tema della discriminazione di genere.
-Realizzare sul territorio nazionale iniziative di promozione dei diritti fondamentali delle bambine.
-Finanziare progetti di prevenzione e contrasto di alcune tra le peggiori forme di discriminazione che colpiscono le bambine nel mondo (“bambine domestiche” del Perù, alle “spose bambine” del Bangladesh, alle “mamme bambine” della Costa D’Avorio alle “bambine salvate dall’infanticidio” dell’India e alla prevenzione degli abusi sulle bambine in Italia).

Per maggiori informazioni:
http://www.indifesa.org/#materiali
http://terredeshommes.it/indifesa-sms-45501.html#.UHWDTqrOSvc.facebook

Inoltre, fino al 21 ottobre si può mandare un sms al 45501.

sabato 22 settembre 2012

Dolce autunno


Eh sì, con il calendario ci siamo: è iniziato l'autunno. A dir la verità il tempo è ancora bello fortunatamente, però non fa più così tanto caldo, le giornate sono limpide e freschine e torna anche la voglia di cucinare qualcosa accendendo il forno.

La stagione è quella della vendemmia, quindi quale dolce più tipico per questo periodo, utilizzando il frutto del momento: la schiacciata con l'uva.
E' una schiacciata dolce e molto semplice da realizzare. Di solito si usa l'uva nera piccolina. Nel supermercato si trova anche già confezionata proprio per questo scopo; io infatti ho trovato una confezione la cui etichetta riportava proprio scritto "uva per schiacciata".
L'ho fatta domenica scorsa per la prima volta e sono soddisfatta del risultato. Ecco quindi la ricetta:

Schiacciata con l'uva

Ingredienti:
-400 gr di farina
-25 gr di lievito di birra (o in alternativa 1 bustina di lievito istantaneo per pizza/schiacciata)
-200 gr di zucchero
-200 ml di acqua tiepida
-1/2 kg di uva nera
-2 cucchiai di olio
-1 pizzico di sale

Procedimento:
Io per fare prima, ho usato il lievito istantaneo ed ecco come ho fatto:
Ho setacciato la farina, ho aggiunto lo zucchero, un pizzico di sale e una bustina di lievito istantaneo, mescolando. Ho aggiunto l'acqua tiepida e l'olio e ho cominciato ad impastare. Ho aggiunto l'uva (lasciandone da parte un po' per la decorazione). Ho lavorato bene e poi ho steso l'impasto sulla carta da forno leggermente oliata, disposta sulla teglia. Ho messo la restante uva sulla superficie, ho spolverato con un po' di zucchero, ho aggiunto un filo di olio e l'ho messa in forno a 180° per circa 1 ora.

Buon appetito!

venerdì 31 agosto 2012

Che fortuna avere un fico!


Ho la fortuna di avere un fico...intendo un albero che produce i fichi!
In questo periodo è un continuo raccogliere questi frutti buonissimi...mangiarli così come sono al naturale, sono una squisitezza!
Poi ovviamente ci possiamo fare anche la marmellata, per ritrovare questo buon sapore estivo anche in inverno, altrimenti farne delle scorpacciate di tutti quelli che sono sull'albero, non fa tanto bene alla pancina...(la mia mamma mi dice sempre che quando era piccola ne mangiò un secchio pieno...vi lascio immaginare le conseguenze...).

Un altro modo di utilizzare i fichi appena colti dall'albero è fare una torta di fichi. Ieri l'ho fatta per la prima volta e devo dire che è molto buona. All'interno rimane quel "cuoricino" morbido e dolce che fa venire l'acquilina in bocca. Ecco la ricetta.

Torta di fichi

Ingredienti:
-400 gr circa di fichi
-150 gr di burro
-120 gr di zucchero
-4 uova
-50 ml di latte
-250 gr di farina
-1/2 bustina di lievito
-1 pizzico di sale

Procedimento:
Lavorare in una ciotola il burro fuso con lo zucchero; unire poi le uova e il latte e amalgamare bene. Aggiungere poco alla volta la farina setacciata cercando di mescolare bene, poi il lievito e un pizzico di sale. Sbucciare i fichi e tagliarli in due. Metterli un po' nell'impasto e mescolare piano, stando attenti a non romperli. Versare tutto l'impasto all'interno di una teglia rivestita con la carta da forno. Mettere i fichi rimasti sulla torta, in modo che affondino leggermente nell'impasto, cercando di coprire tutta la superficie. Mettere in forno pre-riscaldato a 180° per 30/40 minuti.

Buon appetito!

venerdì 24 agosto 2012

"I 7 fantastici anticicloni"


Che quest'estate ha fatto molto caldo, credo sia un dato di fatto. Non piove da tantissimo tempo e la terra si sta screpolando. Quest'estate, alle ondate di caldo e afa, ossia agli anticloni, sono stati dati addirittura dei nomi di condottieri, imperatori e personaggi letterari, che in qualche modo ci ricordano il calore, il fuoco, l'arsura, le fiamme, l'inferno.

La possibilità di scegliere un nome per gli eventi atmosferici come gli anticicloni o i cicloni, viene indicata dall'Istituto Metereologico di Berlino a seguito di un'autorizzazione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Metereologia.

Ecco i nomi dei 7 anticicloni che hanno caratterizzato quest'estate:
Annibale, Scipione, Caronte, Minosse, Nerone, Caligola, Lucifero.

Non si tratta però di nomi scientifici, in quanto, quando si parla di perturbazioni normalmente si tende a dire "alta pressione" o "bassa pressione", ma semplicemente un modo mediatico per far avvicinare la gente alla metereologia e far ricordare meglio gli eventi climatici.
Infatti i nomi degli anticicloni che hanno caratterizzato l'estate 2012, sono stati dati attraverso sondaggi su internet, suggeriti dalla gente comune, secondo il gusto del momento.

Negli Stati Uniti per esempio, quasi tutte le perturbazioni di una certa intensità hanno dei nomi, ma al contrario di ciò che è accaduto in questi mesi in Italia, i nomi vengono decisi all'inizio dell'anno, basandosi su misurazioni satellitari: se per esempio una perturbazione di una certa intensità rientra nella classifica dei cicloni, automaticamente prende il nome deciso dalla lista, stabilita a priori.

E dopo il settimo e ultimo anticiclone Lucifero di questi giorni, pare che arriverà Beatrice che porterà pioggia e temporali e ci salverà dall'afa e dal caldo. Speriamo solo che non provochi danni, come alluvioni e smottamenti.

...chissà cosa penserebbe Dante Alighieri se sapesse che alcuni dei suoi personaggi della Divina Commedia sono sulla bocca di tutti...per parlare delle previsioni del tempo.

...ma che caldo fa?...

venerdì 10 agosto 2012

Guarda in cielo ed esprimi un desiderio



Il 10 agosto si celebra San Lorenzo, il martire che secondo la leggenda fu arso vivo su una graticola; le stelle cadenti della notte di San Lorenzo evocano le scintille dei carboni ardenti su cui fu martorizzato.


Infatti, il periodo estivo è il periodo in cui si può osservare meglio lo sciame meteorico delle Perseidi, attraversato dall’orbita terrestre. L’astrofisica Margherita Hack spiega questo fenomeno:
“Sono frammenti di piccoli sassi della nebulosa proto planetaria da cui si è formato il sistema solare e residui delle code delle comete. L’orbita della Terra taglia questa scia e incontra questi residui che al contatto creano la scia luminosa che noi chiamiamo stelle cadenti”.

Di solito questo fenomeno è ben visibile fra il 10 e il 15 agosto. Quest’anno sembra che il momento migliore per osservare le stelle cadenti sia alle 2 di notte del 13 agosto.

Io e la mia amica Lorenza (guarda caso si chiama così), la notte del 10 agosto di qualche anno fa, quando ancora vivevo in Spagna, vedemmo tantissime stelle cadenti come non avevamo mai visto prima…fu uno spettacolo bellissimo!

Tanti auguri allora a tutti quelli che si chiamano Lorenzo e Lorenza!
E da stasera tutti con lo sguardo verso il cielo sperando di vedere tante stelle cadenti…senza dimenticarci di esprimere un desiderio.
Vi saluto con una ricetta per una pasta estiva:


Spaghetti alla Notte di San Lorenzo

Ingredienti per 4 persone:
2 pomodori maturi
qualche foglia di basilico
1 scatoletta di tonno al naturale
olive nere snocciolate
acciughe sott'olio
1 mozzarella
olio d'oliva
sale e pepe q.b.
spaghetti

Preparazione:
Tagliare a pezzettini i pomodori, aggiungere l'olio e il basilico sminuzzato. Scolare il tonno e aggiungerlo ai pomodori. Unire le olive tagliate in due, le acciughe spezzettate e la mozzarella tagliata a dadini. Aggiustare di sale e pepe e mescolare. Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata e condire con il preparato.

lunedì 30 luglio 2012

Il tormentone dell'estate 2012


In piena estate, ormai anche luglio sta per finire, stavo pensando a qual è la canzone che viene trasmessa più spesso dalle radio, che prima o poi ti entra in testa e ti ritrovi a canticchiarla senza neanche pensarci tanto, ossia il cosiddetto tormentone.
…chissà poi perché si dice “tormentone dell’estate", mentre non ho mai sentito dire “tormentone dell’inverno”.
 Beh, per me senza dubbio il tormentone dell’estate 2012 è: “Tu mi porti su” cantata da Giorgia e scritta da Jovanotti (dall’album “Dietro le apparenze” del 2011).

“tu mi porti su e poi mi lasci cadere
tu mi porti su e poi mi lasci cadere
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
così che va la vita, così che va l'amore...”

Dite la verità…non l’avete mai canticchiata? ...io sì, soprattutto in macchina.

Poi oltre alla musica, ci sono anche altri “tormentoni modaioli”, ossia piccoli accessori o addirittura vestiti particolari tipici di una determinata estate…poi diciamo la verità, la cosiddetta moda ritorna sempre, con rivisitazioni e modifiche più o meno moderne, ma alla fine tutto ritorna…

A livello di accessori, quest’anno ho notato che un sacco di donne e ragazze hanno al polso uno o più braccialetti di pizzo di macramè tutti colorati a forma di farfalline, quadrifoglio, cuoricini, del marchio Cruciani, (che poi alla fine, sotto forma di imitazione, si possono trovare da tutte parti…anche sulla spiaggia).


Tormentone o moda...i braccialettini non me li sono comprati, comunque non mi dispiacciono, forse fra qualche anno, quando ormai non andranno più…ci sta che me ne metta uno.

Una cosa che invece più che un tormentone, considero un grande classico o se preferite un evergreen, sono le infradito.
Quelle ciabattine comode almeno per me (...di sicuro fanno male alla salute del piede) che vengono fatte in tutte le versioni: da uomo, da bambini, da donna, per il mare, tipo sandali, le infradito gioiello per la sera e chi più ne ha più ne metta.
Oltretutto quest’anno le infradito di gomma più conosciute al mondo, le Havaianas brasiliane lanciate sul mercato nel 1962, hanno compiuto 50 anni…ben portati direi!



Secondo voi qual è la canzone "tormentone dell'estate" 2012?


mercoledì 25 luglio 2012

Il Gurguglione


Dopo aver passato le vacanze all’Isola d’Elba e aver preso un po’ di tintarella, non posso non farvi conoscere alcune ricette tipiche di questa bella isola.
Questa ricetta semplicissima può essere un piatto unico tale e quale, oppure fare da contorno. Il nome è decisamente singolare: il Gurguglione.

All’Isola d’Elba si chiama così, un misto di verdure fresche tipiche dell’estate. Questo nome onomatopeico mi fa ricordare il “gorgoglio” della pancia, quando la fame si fa sentire, ma ovviamente è una mia libera interpretazione…in realtà da dove proviene la parola proprio non lo so…chissà se da influenze spagnole...
Ecco la ricetta.

Ingredienti per 6 persone:
1,5 kg di verdure fresche (melanzane, zucchine, peperoni, patate)
400 gr di pomodori maturi
3 cipolle medie
olio extra vergine di oliva
sale
peperoncino
basilico

Preparazione:
In una pentola capiente soffriggere con un po’ di olio le cipolle tagliate finemente, aggiungere le verdure lavate e pulite tagliate a pezzi piuttosto grandi e per ultimo aggiungere i pomodori tagliati grossolanamente. Salare, aggiungere peperoncino q.b. e qualche foglia di basilico. Se necessario aggiungere un po’ di acqua. Far cuocere a fuoco sostenuto per circa 10 minuti mescolando le verdure. Poi abbassare la fiamma e far cuocere per altri 20/30 minuti con il coperchio. Ogni tanto controllare la cottura e mescolare un po’. Può essere servito caldo, ma secondo me freddo è più buono.

…alla fine le ricette delle regioni si assomigliano un po’ fra loro, anche se molto più semplice, il gurguglione mi fa venire in mente la caponata siciliana fatta più o meno con le stesse verdure, ma fritte.

Quando la pancia fa i “rumorini” per la fame, un bel piatto di gurguglione è quello che ci vuole!

venerdì 6 luglio 2012

Chiuso per ferie


Da lunedì 9 luglio anche il blog, insieme a me, andrà in ferie per un po’ di giorni.
Quante cose da fare prima di partire! …
Questa è la mia preparazione mentale e fisica:

Innanzi tutto conviene sempre dare una pulita alla casa prima di partire per le vacanze, per non trovare al ritorno il doppio della confusione, quella che abbiamo lasciato e quella che si aggiungerà nel disfare le valigie e rimettere tutto a posto.
Poi devo decidere in anticipo che vestiti mettere in valigia, giusto il tempo per lavarli se sono sporchi, o non metterli più fino alla partenza. Inoltre è il caso di scrivere la classica lista di cose da portare per non dimenticarsi niente (almeno quelle di cui non possiamo fare a meno, per il resto, visto che non andiamo nel deserto, ci possiamo arrangiare in qualche modo); poi devo decidere che libro mettere in valigia e infine nel mio caso, comprare anche cibo a sufficienza per il gatto e lasciarlo a persone fidate (babbo e mamma), insieme ai fiori che avranno bisogno anche loro di un po’ di considerazione…basta un po’ d’acqua.
Una volta che ho fatto queste cose di base e organizzato le varie incombenze, sono pronta per partire…con la certezza che nonostante le liste, qualcosa dimenticherò sempre, ma va bene così…

C’è chi vive questo momento prima della partenza come uno stress, chi invece comincia a rilassarsi già da questo momento, proprio perché sa che la vacanza è molto vicina. Voi in quale categoria vi ritrovate?

Siete fra quelli che buttano in valigia le prime cose che trovano nell’armadio, oppure vi organizzate per tempo?
Raccontatemi come vi preparate per le vacanze.
Io andrò qui:



Buone vacanze a chi parte e tanti abbracci a chi resta!
Monica


venerdì 29 giugno 2012

“…questa minestra è fredda!”


Non si tratta di una lamentela per rimandare indietro il piatto al ristorante, ma è proprio come deve essere servito il gazpacho: freddo!
Il gazpacho è una tipica minestra o zuppa spagnola fredda, fatta con verdure crude tritate.
In passato era un pasto fresco e nutriente che i contadini portavano nei campi per alleviare la calura estiva, soprattutto in Andalusia, regione dove è nato; ora è uno dei piatti tipici spagnoli più conosciuti.

Si tratta di un piatto piuttosto povero molto cucinato in estate, perché dà una sensazione di freschezza immediata. Quando ero in Spagna mi capitava spesso di mangiarlo. Ecco la ricetta:

Ingredienti (per 4 persone):
-600 gr di pomodori maturi (tipo perini)
-1 cetriolo
-1 cipolla rossa di Tropea
-1 peperone verde
-1/2 peperone rosso
-100 gr di mollica rafferma
-1/2 bicchiere di aceto bianco
-50 ml di olio extra vergine di oliva
-1 spicchio d’aglio
-pepe e sale q.b.

Contorno:
-cetrioli a dadini
-cipolla a dadini
-crostini di pane tostato a dadini
-pomodori a dadini
-uova sode a dadini


Preparazione:
Ammollare il pane in una ciotola con ½ bicchiere di aceto e acqua. Pulire i pomodori, spellarli, togliere i semi e tagliarli a pezzetti. Pulire e tagliare a pezzetti anche le altre verdure (cetriolo, cipolla, peperoni e aglio). Mettere tutto nel frullatore aggiungendo l’olio in modo da ottenere un composto omogeneo. A questo punto aggiungere anche il pane strizzato, aggiungere sale e pepe q.b. e frullare di nuovo fino ad ottenere una vellutata. Mettere il gazpacho in frigo per qualche ora. Al momento di servire nei piatti, accompagnare con delle ciotoline in cui verranno messe le verdure tagliate a dadini, i crostini di pane e le uova sode. In questo modo ognuno guarnirà a piacere il gazpacho.

Quando penso a questo piatto, non posso non pensare ad un film del regista spagnolo Pedro Almodóvar del 1988, “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” dove la protagonista Pepa (Carmen Maura nella realtà)prepara un gazpacho un po’ “strano” … con del Tavor. Il film è una commedia surreale piena di sentimenti dove l’allegria non manca…da guardare gustando il gazpacho.


venerdì 22 giugno 2012

Summer time


A parte il caldo improvviso di questi giorni che ci fa capire chiaramente che ormai l’inverno è passato da un po’, anche l’astronomia ci dice che è ufficialmente estate; ieri 21 giugno è stato anche il giorno dell’estate con più luce solare. Che bello!

A me l’estate piace e mi riporta ai ricordi più belli dell’infanzia e dell’adolescenza. Posso dire che per me l’estate iniziava ufficiosamente con la Luminara di San Ranieri, la festa di Pisa per eccellenza.

Quando ero piccola, mi ricordo che per andare a vederla, facevamo una macchinata insieme ai nostri amici di famiglia: 4 adulti e 4 bambini in una sola macchina, tutti stretti come sardine in scatola, e siccome eravamo sempre in ritardo per i fuochi d’artificio, facevamo talmente tutto in fretta che e al momento di chiudere le porte dell’auto, alla mia amica Simona rimaneva sempre la mano incastrata, poverina!…quindi riscendevamo tutti, correvamo in casa a prendere del ghiaccio e con la mano mezza fasciata ripartivamo come niente fosse, più tardi del solito, ma tutti contenti…la mia amica un po’ meno.

Da adolescente invece, la Luminara era la scusa per fare più tardi la sera, per “quella sera” i genitori lo consentivano…le altre sere un po’ meno. Mi ricordo che partivamo tutti a piedi formando un bel gruppetto parrocchiale. Siccome è noto che sul Lungarno quella sera ci sia una moltitudine di gente non indifferente, è anche molto facile perdersi; per evitare questo, noi ci prendevamo per mano formano un serpentone lungo lungo, camminando fra la gente…e magari se avevi la fortuna di tenere per mano la persona per la quale avevi una “cotta”, ti sembrava una serata bellissima contornata dalle luci dei lumini dei palazzi.

Pensando alla Luminara non posso dimenticarmi i “cicalini” (così si chiamano in casa mia…lo sapete che noi abbiamo un vocabolario tutto nostro), meglio conosciuti come i “brigidini di Lamporecchio”, dei dolcini buonissimi che vendono alle bancarelle tipiche delle feste di paese.

Quando penso all’estate, ho nella mente tanti odori e sapori che mi riportano indietro nel tempo e mi fanno ricordare le stesse sensazioni ancora oggi.

Un odore tipico dell’estate ben impresso nella mia mente è quello dello zampirone, che nonostante serva per scacciare le odiose zanzare, nello stesso tempo mi dà una sensazione piacevole…di giornate più lunghe e di sere fuori all’aperto.

E il mare? Come posso non ricordare il mare? Per me il mare è sinonimo di estate in assoluto. Ci sono sempre andata fin da piccola ...il mio babbo, prima di andare al lavoro, ci portava tutti al mare e ci ritornava a prendere la sera prima di cena…e non c’erano i telefonini per avvisare di ritardi o imprevisti…eppure più o meno filava sempre tutto liscio. Mamma mi ha sempre raccontato che quando ero molto piccola (circa uno o due anni al massimo), una delle mie “attività preferite” era cercare i mozziconi di sigaretta fra la sabbia…con grande preoccupazione da parte sua che li potessi mettere in bocca…se ci penso ora mi vengono i brividi!...sarà per questo che non fumo?...

L’estate mi ricorda anche i periodi trascorsi dalla mia nonna a Livorno…quando mi portava al mare ai Tre Ponti insieme alle mie cugine; alcuni pomeriggi mi portava anche in Piazza della Repubblica a vedere i burattini e poi a comprare il gelato espresso in Via Grande. Per motivi di lavoro (e non solo), mi sono trovata da grande a frequentare più spesso questa città…alcuni odori di Livorno sentiti da piccola, li ho risentiti dopo tanto tempo da grande…lo so è una sensazione strana e difficile da spiegare, ma è così…certi odori si fissano nella testa e quando li risenti dopo tanto tempo, vengono in mente tutte le sensazioni legate a quegli odori.

Quando dico che “la guerra campanilistica” fra Pisa e Livorno per me non esiste, ora forse capite perché… come faccio a schierarmi da una parte o dall’altra?...sono fortemente legata ad entrambe le città: in una ci ho vissuto, ci sono cresciuta, ho gli amici più cari, praticamente è la mia città; nell’altra ci sono nata e mi ricorda periodi belli e importanti.

Quando penso all’estate sono veramente tanti i ricordi che affiorano alla mente…ne ho detti solo alcuni…ci vorrebbe troppo tempo per dirli tutti.

Quindi, ora mi fermo e non vi annoio più, ma vi saluto con una canzone, “Summer time” di Louis Armstrong, cantata da Ella Fitzgerald……la sentite?...con questa auguro a tutti una buona estate!

…raccontatemi i vostri ricordi legati questa stagione.


lunedì 4 giugno 2012

L'hai voluta la bicicletta? ...



Stamani, il racconto di una collega riguardo al suo bimbo che ha imparato ad andare in bicicletta senza l’aiuto delle rotelle, mi ha riportato indietro nel tempo; mi ricordo perfettamente come fosse ieri, quando ho imparato.

Abitavo ancora in San Marco, in una corte dove sono cresciuta giocando fuori con tutti gli altri bimbi e bimbe, epoca in cui anche la sera dopo cena d’estate, si giocava a nascondino o a “un due tre stella” …le mamme chiacchieravano sedute facendo finta di niente, in realtà ci controllavano e si preoccupavano che nessuno si facesse male.

Quando ho imparato ad andare in bicicletta senza il supporto delle rotelle, era una mattina d’estate. Le rotelle erano state tolte appunto, ma, a differenza del modo classico del genitore che ti sostiene da dietro tenendo il sellino, per poi lasciarti andare al momento giusto, io ho imparato dandomi la spinta, partendo da un muretto di circa 30 centimetri. Facevo così: mi mettevo parallela con un piede appoggiato sul muretto e l’altro sul pedale, davo la pedalata e contemporaneamente staccavo il piede dal muretto; un po’ barcollante e un po’ a zig-zag riuscii a fare circa 20 metri…non sapete la soddisfazione, con tanto di mamma e babbo che mi guardavano dal terrazzo e mi dicevano brava…

Ogni tanto fa bene ricordarsi di come abbiamo imparato a fare certe cose…gesti che ora diamo per scontato, ma quando siamo piccoli non sono per niente scontati o facili. Credo che l’imparare ad andare in bicicletta sia una delle prime esperienze di vita che la mente riesce a ricordare.

E voi ve lo ricordate quel momento?

martedì 15 maggio 2012

C'era una volta...


“C’era una volta...”  è l’inizio di tutte le fiabe. A partire da questa frase, si entra in un mondo magico fatto di mistero, qualche volta di paura e di aspettative. Quando ero piccola, a me piaceva tanto farmi raccontare le fiabe prima di andare a letto. Alcune erano le classiche fiabe conosciute da tutti, altre erano storie o aneddoti veramente accaduti che il mio babbo e la mia mamma mi raccontavano, romanzando un po’. Tutti da piccoli abbiamo avuto una fiaba preferita, o più di una. La mie preferite sono state Cappuccetto Rosso e Cenerentola. 
 
Cappuccetto Rosso iniziava così:
“C’era una volta una cara ragazzina; solo a vederla le volevano tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva più cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e, poiché le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso”.
Questa fiaba mi piaceva talmente tanto, che per Carnevale, sia da piccola che da adolescente, ho voluto mascherarmi da Cappuccetto Rosso. Avevo simpatia per la bimba che se ne andava in giro con il panierino pieno di cose buone da portare alla nonna. L’ingenuità di Cappuccetto Rosso che fa amicizia con il lupo senza rendersi conto che se la mangerà a breve, mi fa pensare al fatto che in qualche occasione sono stata ingenua e per poco “il lupo non mi ha mangiato”, perché fondamentalmente tendo a fidarmi degli altri, quando invece dovrei essere un po’ più diffidente.

 
Cenerentola iniziava così:
“C’era una volta, in un paese lontano, un gentiluomo vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia. Egli donava alla sua adorata bambina qualsiasi cosa ella desiderasse: bei vestiti, un cucciolo, un cavallo…” poi tutto cambia con l’arrivo della matrigna e delle due sorellastre Anastasia e Genoveffa; da questo momento la ragazza dovrà servire le tre intruse e subire i loro dispetti nei suoi confronti, frutto della gelosia per la sua bellezza.  “Quando aveva finito di sbrigare tutti i lavori, per riscaldarsi era solita sedersi vicino al  camino accanto al carbone ed alla cenere. Perciò cominciarono a chiamarla Cenerentola”.
Meno male però che dopo tante vicissitudini la fiaba ha un lieto fine, con la classica frase: “E da quel giorno vissero felici e contenti”.
Cosa mi è sempre piaciuto di Cenerentola è la sua capacità di affrontare la vita senza perdere l’entusiasmo anche nei momenti peggiori. Mi ci sono ritrovata spesso in questa situazione. Cenerentola è anche l’unico film della Disney che ho visto al cinema quando ero piccola.

 
Quali sono state le vostre fiabe preferite?
Ritornate un po’ bambini e raccontatemi.

martedì 8 maggio 2012

"Buona come il pane"



C'è del pane secco in casa accumulato da un po' di giorni?...non buttiamolo via: ci facciamo una bella torta di pane. Questa torta l’ho mangiata per la prima volta in Svizzera, ormai un bel po' di anni fa, comprata ad un mercatino di Lugano durante una festa locale. Mi è sembrato un modo pratico per non buttare via il pane avanzato.


Ecco il procedimento:

Si fa a pezzetti tutto il pane secco avanzato e lo mettiamo in una zuppiera con del latte per circa 1 ora, perché diventi morbido. Intanto prepariamo gli altri ingredienti da aggiungere: frutta secca (noci, mandorle, nocciole, pinoli), tritiamo il tutto e lo mettiamo da parte. Poi mettiamo in ammollo un po' di uva passa. Se poi in casa casa c'è anche una tavoletta di cioccolato, triturare anche questa. Quando il pane è tutto ammollato, scolarlo e metterlo in un altro recipiente. A questo punto aggiungere la frutta secca triturata, l'uva passa ammorbidita, il cioccolato triturato, 2 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di farina, 1 uovo e mescolate bene il tutto. Versare il composto in una teglia con della carta da forno e infornare a 180° per circa 30/40 minuti. E' buona e si sono recuperati gli avanzi. Volendo, si possono aggiungere altre cose a piacere...di quel che c'è in casa...per esempio una mela a pezzettini. Diciamo che non è proprio dietetica...ma è buona buona! ... e poi non si può pensare sempre alla linea!

giovedì 26 aprile 2012

"Famolo strano"


Decisamente strano è il modo in cui una coppia di americani ha deciso di celebrare il loro matrimonio: si sono sposati all’Ikea, nella sede di College Park in Maryland.

I due si erano conosciuti al liceo, ma poi si erano persi di vista. Grazie al social network Facebook, dopo 30 anni si sono ritrovati, hanno deciso di incontrarsi di nuovo e pranzare insieme all’Ikea, luogo comodo per tutti e due, in quanto il negozio si trova vicino al posto di lavoro di entrambi.
...fra un aspelund, un birkeland, e un svelvik si sono raccontati la loro vita ed è scoccata la scintilla: si sono innamorati.

Esattamente due anni dopo, il 17 aprile 2012, hanno celebrato le loro nozze nel luogo che è stato galeotto per l’inizio della loro storia.
Lo staff di Ikea ha messo a disposizione l’arredamento, le decorazioni e il catering tutto gratis. Nel menù del pranzo di nozze non sono mancate le famose polpettine svedesi che avevano mangiato anche al loro primo incontro.

Devo ammettere che le polpettine svedesi non si dimenticano tanto facilmente...qualcuno di voi le ha assaggiate? ... Ci vogliono 2 giorni per digerirle...se dopo questo incontro Julie e Willie hanno deciso di continuare a frequentarsi fino ad arrivare al matrimonio, allora è proprio amore.

Per l’Ikea è stata una pubblicità senza precedenti...anche se non ne avrebbe bisogno, per i due sposi una maniera insolita di celebrare il matrimonio, a costi decisamente contenuti, praticamente a costo “quasi zero”.

Che dire...la vita è bella perché è varia!

venerdì 20 aprile 2012

Libri e rose



Nella regione spagnola della Catalogna, una delle feste popolari più celebrate e sentite è la Festa di San Jorge (San Giorgio), patrono della regione. Il giorno in cui viene celebrata questa festa è il 23 Aprile.

In questo giorno, le strade delle città si riempiono di bancarelle piene di libri e di rose che sono i protagonisti di questa festa. La Festa di Sant Jordi (San Giorgio in catalano) è una festa popolare ed è tradizione regalare un libro o una rosa o entrambi, ad un familiare o un amico o comunque alle persone a cui vogliamo bene. Generalmente le coppie si scambiano il dono in questo modo: l’uomo regala una rosa alla donna che ricambia con un libro, ma niente vieta di invertire l’ordine o addirittura di scambiarsi sia libro che rosa.

Questa tradizione si celebra in maniera ufficiale dal 1456; nel medioevo in questa giornata si celebrava la “Feria de Rosas”; successivamente a questa tradizione si aggiunse la “Giornata del Libro” che in Spagna si celebra dal 1926; da quell’anno una celebrazione unica ha unito le due tradizioni. La scelta del giorno 23 aprile è stata fatta probabilmente per ricordare l’anniversario di morte di due dei più grandi scrittori della storia della letteratura: William Shakespeare e Miguel Cervantes che avvenne nel 1616.

San Jorge era un militare romano nato nel secolo III in Turchia. Era un fedele servitore dell’Imperatore Diocleziano, ma un giorno negò di eseguire un editto che lo obbligava a perseguitare i Cristiani; per questo motivo fu decapitato. Da quel momento molte persone cominciarono a venerarlo come un santo, soprattutto nella zona orientale dell’Impero Romano; nacquero così leggende e storie di fantasia legate a questo personaggio.

Una delle leggende più note e popolari in Catalogna è quella di “San Jorge e il Dragone”: questa leggenda racconta che a Montblanc (Conca de Barberà in Catalogna) viveva un terribile Dragone che causava disgrazie alla popolazione. Per cercare di placare la sua ira, venne deciso di sacrificare periodicamente una persona sorteggiata tra i cittadini. Un giorno il destino volle che a sacrificarsi fosse la figlia del Re, ma fortunatamente apparse un bel cavaliere con armatura che riuscì a sconfigere il Dragone uccidendolo, salvando così la figlia del Re. Dal sangue del Dragone nacque una bellissima rosa rossa che il cavaliere donò alla fanciulla.

Da allora, nella festività di San Jorge, è tradizione regalare alle persone care un libro ed una rosa.

Abbiamo trovato un’altra occasione (o scusa) per regalarci dei libri!

domenica 15 aprile 2012

Non la solita insalata





Anche se in questi giorni sembra che la primavera ci abbia abbandonato, pensare a qualche ricetta di insalata un po' nuova, per quando il sole e il calore decideranno di ritornare fra noi, fa andare via il grigiore di questo periodo.

Cercando qua e là, ho trovato una ricetta di insalata semplice ma nello stesso tempo colorata, con sapori un po' diversi, da mangiare anche come piatto unico. Eccola:


Insalata con mozzarelline e pinoli

Ingredienti:
foglie miste di insalata verde (lattuga, valeriana, radicchio etc.) gr 250
mozzarelline gr 300
fagiolini taccole gr 200 (sono come i fagiolini lunghi verdi, ma molto più schiacciati)
2 carote
2 cucchiai di pinoli
4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
3 cucchiai di aceto balsamico
sale e pepe

Preparazione:
Lavate le foglie di insalata, asciugatele con la centrifuga e spezzettatele se ce n'è bisogno. Lavate e pulite i fagiolini taccole. Sbucciate le carote e tagliatele a fettine sottili. Sbollentate in acqua e sale sia i fagiolini taccole che le carote per circa 3 minuti. Sciacquate il tutto per un attimo sotto l' acqua corrente fredda e fate scgocciolare bene. Dopo mettere in una insalatiera le foglie di insalata insieme alle fettine di carota e ai fagiolini taccole; aggiungere le mozzarelline. Arrostite i pinoli in una padella antiaderente senza aggiungere olio e a fiamma moderata; quando sono pronti aggiungerli all'insalata. Preparare una vinaigrette con olio, aceto balsamico, sale e pepe e versarla sull'insalata. Mescolare bene e servire.

Questi sono i fagiolini taccole:


giovedì 12 aprile 2012

Il tempo dell'isola



tic…………tac…………tic…………tac…………tic…………tac…………
questo è lo scorrere del tempo quando vado all’isola:…lento...molto lento.

Già dal momento in cui salgo sul traghetto che mi porterà sull’isola, il tempo comincia a rallentare. Eppure le lancette dell’orologio vanno allo stesso modo...e poi il tempo non si ferma mai, il tempo scorre sempre e a volte anche troppo in fretta, scorre talmente in fretta che sembra che non basti. Invece non appena metto piede sull’isola, vengo travolta da una tranquillità e da una lentezza che mi pervadono per tutta la durata della vacanza.

Dipenderà dal fatto che all’Isola d’Elba la vita quotidiana non è così caotica come sulla terraferma, dipenderà dal verde e dall’azzurro, dal mare e dalle colline, dalle tante curve e dai pochi rettilinei o da non so cosa, ma ogni volta che vado, che sia estate o qualsiasi altra stagione con la pioggia o con il sole, questa calma mi invade.

Lo scorrere del tempo in modo rallentato è solo una sensazione ovviamente, però sembra talmente reale che mi adeguo di conseguenza: ossia me la prendo con calma. Ogni tanto fa bene prendersela con calma, è piacevole e rilassante. Sarebbe bello portare questa sensazione anche qui sulla penisola, non dico sempre sempre, ma qualche volta sì.

Si potrebbe pensare che sia facile prendersela con calma quando siamo in vacanza, anche se solo per pochi giorni; in vacanza è più semplice rallentare e godersela...è vero, ma alla fine dove corriamo tutti?

Vorrei ogni tanto poter trasferire questa sensazione di serenità anche nella vita di tutti i giorni, fatta di tanti impegni, tanti ostacoli e tanti problemi da risolvere. E’ logico che le cose vanno fatte, il lavoro deve seguire un ritmo, le scadenze vanno rispettate, ma se rallentiamo un po’ ogni tanto, ci fa solo bene. Questa è una mia opinione personale...e comunque quando c’è da correre si corre, non c’è dubbio.

Basterebbe solo soffermarci qualche volta, magari proprio quando ci rendiamo conto dello scorrere veloce del tempo che non ci lascia fare quello che vorremmo e ci fa perdere tante cose che ci passano davanti, perché manca il tempo appunto; almeno in quei momenti trovare uno spiraglio e dire: calma, rallenta.

Non è semplice, ma non impossibile...ci posso provare...

tic...tac...tic...tac...tic...tac...
...oddio si è fatto tardi, devo correre e scappare via...

giovedì 5 aprile 2012

Buona Pasqua!



Di ricette pasquali ce ne sono tante, sia dolci che salate. Oltre alla classica Colomba (nelle sue mille versioni: con canditi, senza canditi, farcita, al limone etc.) e al classico Uovo di Cioccolato (anche questo al latte, fondente, bianco, con praline etc.), possiamo ricordare anche delle specialità un po' più locali, come  la Torta Pasqualina tipica torta salata ligure, un po' laboriosa da cucinare; la Pastiera Napoletana che ha come ingrediente principale il grano cotto; oppure la Schiacciata di Pasqua, tipico dolce toscano pasquale soprattutto delle province di Pisa e Livorno.

Lo scorso fine settimana mi sono cimentata per la prima volta in assoluto a fare le Schiacciate di Pasqua, con una ricetta gentilmente data da un'amica/collega. Il procedimento non è difficilissimo, ma richiede molta attenzione e cure, soprattutto durante la lievitazione...a me non è andata benissimo...
Quando era giovane, anche mia nonna le cucinava, ecco perché faceva nottata a prepararle, ora ho capito: dobbiamo controllarle a vista! ... il rischio è che non lievitino abbastanza, e quindi dobbiamo aiutarle "con qualsiasi mezzo", oppure che lievitino troppo ed escano dallo stampino, e quindi vanno messe in forno prima che "esplodano". Le mie fanno parte della prima casistica: non hanno lievitato abbastanza, però devo ammettere che sono venute comunque buone di sapore...non lo dico io, chi l'ha assaggiate (spero non l'abbiano detto solo per compassione). Quindi, farò tesoro degli errori, prenderò alcuni accorgimenti, penserò un po' a mia nonna e riproverò con la speranza che la prossima volta vengano meglio. Mi sa tanto che la prossima volta sarà l'anno prossimo...la ricetta ve la darò la prossima Pasqua, quando mi sarò specializzata e potrò dirvi anche i trucchi per una buona riuscita.

Per rimanere in tema di ricette, su internet ho trovato una ricetta pasquale un po' più semplice, che non richiede particolari attenzioni: la Treccia Pasquale.
Ingredienti:
500 g di farina
120 g di zucchero
2 uova + 1 tuorlo
1,5 dl di olio extravergine di oliva
1/2 dl di latte
Preparazione:
Setacciate la farina su una spianatoia di legno, aggiungete 1 dl di olio e lo zucchero e lavorate gli ingredienti per amalgamarli. Unite il latte e continuate a lavorare l'impasto; se risultasse troppo duro, aggiungete 1 cucchiaio di olio; nel caso opposto, aumentate un po' la farina. Al termine dovrà risultare morbido, sodo ed elastico. Dividete l'impasto in tre parti uguali (tenendone da parte circa 100 g) e ricavatene altrettanti cilindretti che intreccerete fra loro. Curvate la treccia fino a unire le due estremità (che salderete con una leggera pressione delle dita) per ottenere una ciambella rotonda. Sistemate la treccia sulla teglia con della carta da forno. Lavate il guscio di 2 uova e adagiatene uno nel punto di unione delle due estremità, l'altro esattamente di fronte, poi premetele per farle aderire. Stendete la pasta tenuta da parte e ricavatene quattro striscioline che sistemerete intrecciate sulle uova. Spennellate con il tuorlo e fate cuocere per 40 minuti in forno a 180 gradi.



Buona Pasqua e Pasquetta a tutti!
Monica

P.S.
il musetto del pulcino, fate conto che rappresenta il mio viso, dopo aver tolto dal forno le Schiacciate di Pasqua...

venerdì 30 marzo 2012

A lume di candela



Il 31 Marzo 2012, in occasione dellOra della Terra (Earth Hour), il più grande evento globale promosso dal WWF, il mondo si spengerà per un'ora, dalle 20.30 alle 21.30.
Si tratta di un gesto simbolico, ma molto importante che coinvolgerà città, monumenti, singoli cittadini che vogliono contribuire attraverso questo gesto, alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Questo evento è stato messo in atto per la prima volta nel 2007 nella sola città di Sidney, diffondendosi poi negli anni successivi, attraverso il passaparola tramite internet e social network, anche ad altri paesi nel mondo, coinvolgendo numerose città, monumenti e organizzazioni.
L’invito quindi è quello di spengere le luci dalle 20.30 alle 21.30 per “ridurre la nostra impronta sul pianeta".

Cogliamo l’occasione e accendiamo le candele per passare una serata insolita…potrebbe essere la scusa per una cena romantica, oppure per stare in compagnia con la luce soffusa del fuoco.
Buon buio a tutti!

giovedì 22 marzo 2012

"Dal letame nascono i fior"

Ormai è ufficiale: è Primavera! ... lo dice anche il calendario, quest’anno l’equinozio di primavera è stato il 20 marzo alle 5 circa di mattina. In giro si vedono gli alberi in fiore e i colori e i profumi della primavera mettono di buon umore...anche se purtroppo per qualcuno questo vuol dire l’inizio delle allergie. Da sempre alla primavera si associa la rinascita della natura, della terra e anche di noi comuni mortali.
Proprio per questo, mi è venuta voglia di far rinascere un po’ il mio terrazzo. Così, armata di entusiasmo, mi sono comprata una fioriera a parete che penso di riempire un po’ alla volta; intanto ho comprato dei gerani, una calendula, delle primule, una margherita, dei ciclamini, e una rosellina che ho rinvasato nei vasi di terracotta. C’è ancora posto per altri fiori e piante, ma il bello è anche veder crescere piano piano il mio piccolo “giardino” seppur in forma ridotta.


L’antico proverbio cinese “Chi pianta un giardino semina la felicità” non è così banale. Apettare che i germogli facciano capolino o che un fiore sbocci, prendondomi cura di loro tutti i giorni, per me significa dare un valore diverso al tempo che scorre; l’attesa che si crea è un’attesa piacevole anche se qualche volta rimango delusa quando il risultato non è come avrei voluto; dedicarsi alla natura “non sono tutte rose e fiori” è il caso di dire, ma insisto.

Parlando di primavera, un po’ di tempo fa mi sono incuriosita quando ho saputo che Serena Dandini aveva scritto il suo primo libro. E così, presa dalla curiosità, me lo sono comprato. La copertina è molto colorata, con la presenza di tanti personaggi più o meno noti. Il libro si intitola Dai diamanti non nasce niente con sottotitolo Storie di vite e di giardini.


E’ un libro che parla della passione della Dandini per il giardinaggio, il tutto intrecciato con storie di personaggi della letteratura, del cinema, della pittura e della musica. Conosciamo Serena Dandini più nella sua veste satirica, per come descrive il mondo che ci circonda. Con questo libro invece è un po’ più sentimentale; ci parla di una bellezza che potrà salvarci, infatti dedica il libro “a chi voleva cambiare il mondo e invece dopo un po’ si è accorto che è stato il mondo a cambiargli i connotati”.
Ci dice che per cambiare bisogna cominciare dal basso e dalle cose semplici, iniziare a prendersi cura dei fiori sul terrazzo è un inizio di cambiamento possibile. Il giardiniere diventa metafora della persona in quanto è proiettato verso il futuro, nonostante i fallimenti a cui va incontro ogni giorno. Il libro ci fa riflettere su noi stessi e sulla nostra società parlando semplicemente di giardinaggio.

In genere io sono una persona abbastanza ottimista, nonostante le difficoltà; penso che per prendersi cura dei fiori sul proprio terrazzo o nel prorpio giardino, bisogna essere ottimisti; a questo poposito voglio ricordare una frase di Tonino Guerra, il poeta romagnolo morto ieri, che mi sembra azzeccata:
“L’ottimismo è il profumo della vita”.

Ecco, io voglio essere ottimista! Quindi anche per quelli che pensano di non avere il cosiddetto “pollice verde”, non è mai troppo tardi per cominciare: “davanzali di tutto il mondo, unitevi!” .
La primavera si sente proprio nell’aria, infatti sono due giorni che ho in testa due canzoni:
“Maledetta Primavera” di Loretta Goggi e “Primavera” di Marina Rei.
A voi quale piace di più?
...ma soprattutto, siete pronti a “mettere fiori nei cannoni e bombardare i vostri giardini”?

“Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior"
(Via del Campo - Fabrizio De André)

mercoledì 14 marzo 2012

San Patrick’s Day

Il 17 marzo, si celebra il patrono d’Irlanda: San Patrick.

San Patrizio, nato in Scozia nel 385 d.C., fu missionario e diffuse la religione cattolica in Irlanda. Il giorno in cui viene ricordato e festeggiato è il giorno della sua morte avvenuta 17 marzo del 461 d.C.

In Irlanda in questo giorno è festa nazionale ed è abitudine festeggiare con celebrazioni che ricordano il Santo. Durante i festeggiamenti, non possono mancare i due simboli tipici: il colore verde e il trifoglio. La tradizione dice che San Patrizio utilizzò il trifoglio per spiegare la Trinità agli irlandesi.

Questa festa, oltre che in Irlanda, viene celebrata anche in altre parti del mondo (non solo da chi ha discendenze irlandesi) tanto che molti luoghi e monumenti di interesse mondiale vengono illuminati di colore verde per celebrare San Patrizio e per omaggiare l’Irlanda. Fra i più noti ci sono le cascate del Niagara, il fiume Chicago, l’ Empire State Building a New York, The London Eye a Londra.

Quest’anno, per la prima volta, all’iniziativa “Global Greening” promossa dal Turismo Irlandese parteciperà anche l’Italia, con uno dei suoi momumenti più famosi al mondo: la Torre di Pisa.


La Torre verrà illuminata di verde dalle ore 20.30 di venerdì 16 marzo, alla presenza di Pat Rabbitte TD, Ministro Irlandese per la Comunicazione, l’Energia e le Risorse Naturali.

“Il cielo d'Irlanda e' un enorme
cappello di pioggia
il cielo d'Irlanda e' un bambino che
dorme sulla spiaggia
Il cielo d'Irlanda a volte
fa' il mondo in bianco e nero
ma dopo un momento
i colori li fa' brillare piu' del vero
e dopo un momento
li fa brillare piu' del vero”
(Il cielo d'Irlanda - Fiorella Mannoia)

La città della Luminaria di San Ranieri, non poteva non illuminarsi per un’altra notte, per omaggiare la bella isola d’Irlanda!

giovedì 8 marzo 2012

Le donne lo sanno

A tutte le donne, dedico questo post con una ballata tutta italiana di Luciano Ligabue.
Buon 8 Marzo!

Le donne lo sanno
c'è poco da fare
c'è solo da mettersi in pari col cuore
lo sanno da sempre
lo sanno comunque per prime
le donne lo sanno
che cosa ci vuole
le donne che sanno
da dove si viene
e sanno per qualche motivo
che basta vedere
e quelle che sanno
spiegarti l'amore
o provano almeno
a strappartelo fuori
e quelle che mancano
sanno mancare
e fare più male
possono ballare un po' di più
possono sentir girar la testa
possono sentire un po' di più
un po' di più
le donne lo sanno
chi paga davvero
lo sanno da prima
quand'è primavera
o forse rimangono pronte
è il tempo che gira
le donne lo sanno
com'è che son donne
e sanno sia dove
sia come sia quando
lo sanno da sempre
di cosa stavamo parlando
e quelle che sanno
spiegarti l'amore
o provano almeno
a strappartelo fuori
e quelle che mancano
sanno mancare
e fare più male
vogliono ballare un po' di più
vogliono sentir girar la testa
vogliono sentire un po' di più
un po' di più
possono ballare un po' di più
possono sentir girar la testa
possono sentire un po' di più
un po' di più
al limite del piacere
al limite dell'orrore
conoscono posti in cui non vai
non vai
le donne lo sanno
che niente è perduto
che il cielo è leggero
però non è vuoto
le donne lo sanno
le donne l'han sempre saputo
vogliono ballare un po' di più
vogliono sentir girar la testa
vogliono sentire un po' di più
un po' di più
al limite del dolore
al limite dell'amore
conoscono voci che non sai
non sai
non sai

giovedì 1 marzo 2012

4 marzo 1943 - 1 marzo 2012: ciao Lucio!


Chissà chissà domani

su che cosa metteremo le mani

se si potrà contare ancora le onde del mare

e alzare la testa

non esser così seria, rimani.

I russi, i russi gli americani

no lacrime non fermarti fino a domani

sarà stato forse un tuono

non mi meraviglio

è una notte di fuoco

dove sono le tue mani

nascerà e non avrà paura nostro figlio

e chissà come sarà lui domani

su quali strade camminerà

cosa avrà nelle sue mani.. le sue mani

si muoverà e potrà volare

nuoterà su una stella

come sei bella

e se è una femmina si chiamerà futura.

Il suo nome detto questa notte

mette già paura

sarà diversa bella come una stella

sarai tu in miniatura

ma non fermarti voglio ancora baciarti

chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro

qui tutto il mondo sembra fatto di vetro

e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio.

Di più, muoviti più fretta di più, benedetta

più su, nel silenzio tra le nuvole, più su

che si arriva alla luna,si la luna

ma non è bella come te questa luna

è una sottana americana.

Allora su mettendoci di fianco, più su

guida tu che sono stanco, più su

in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su

son sicuro che c'e' il sole

ma che sole è un cappello di ghiaccio

questo sole è una catena di ferro

senza amore, amore, amore, amore.

Lento lento adesso batte più lento

ciao, come stai

il tuo cuore lo sento

i tuoi occhi così belli non li ho visti mai

ma adesso non voltarti

voglio ancora guardarti

non girare la testa

dove sono le tue mani

aspettiamo che ritorni la luce

di sentire una voce

aspettiamo senza avere paura, domani.

(“Futura” di Lucio Dalla - 1980)